Filosofia progettuale

Ogni intervento, grande o piccolo che sia, è un caso a sé, ed è per questo che il professionista che opera nell’edilizia deve avere un approccio artigianale, in modo da realizzare un progetto “su misura” che soddisfi le esigenze dell’utente.

L’edilizia non è complicata, ma complessa, e per tale motivo esistono molteplici aspetti da considerare e intervengono numerosi “attori”, ognuno con le proprie competenze: l’Ingegnere Edile è il registra di queste operazioni, che affianca il committente per aiutarlo ad ottenere il risultato desiderato, traducendo le sue richieste e coniugandole con le prescrizioni normative, avvalendosi delle competenze tecniche (sue o di altri professionisti specializzati). Come spiego qui di seguito, in queste riflessioni che feci nel 2016, il cuore della progettazione – in qualsiasi ambito – è il disegno

“L’idea è segno delle cose, e l’immagine è segno dell’idea, segno di un segno.
Ma dall’immagine ricostruisco, se non il corpo, l’idea che altri ne aveva”

(tratto da “Il Nome della Rosa” – edizione Bompiani – 1980)

All’università mi hanno sempre detto che il disegno serve per capire, ma anche per spiegare (agli altri o a me stesso): vedo un oggetto, ma solo quando inizio a disegnarlo inizio a capirlo, perché per poterlo disegnare mi pongo delle domande su come esso sia realmente fatto, sino ai particolari invisibili, e allora faccio esplosi, sezioni o altro.

Dopo che l’ho disegnato, l’oggetto entra nella mia mente, lascia il “segno delle cose” di cui parla Eco, viene rielaborato, esce da me – attraverso il disegno, per poter essere comunicato ad altri – e da lì viene realizzato.
Andata e ritorno: dall’oggetto reale che osservo e studio, all’oggetto realizzato da me, passando attraverso il disegno, veicolo di comunicazione. Esistono vari tipi di comunicazione: la parola (scritta o parlata), la comunicazione materica (scultorea), quella interpretativa (gestuale, recitata, danzata), e quella visiva (pittura, fotografia, disegno).

Tutte queste forme hanno pari dignità, e nessuna è superiore ad un'altra: una descrizione di un paesaggio, potrà trasmettere degli stati d’animo, ma non potrà descrivere appieno tutti i particolari che coglie l’osservatore, e una fotografia non è detto che provochi le stesse emozioni a osservatori diversi.
Il tipo di comunicazione dipende da quale aspetto vogliamo porre al centro dell’attenzione, registi delle nostre stesse idee.
Noi progettisti dobbiamo prediligere il disegno come mezzo di comunicazione, per questo il progetto deve tornare al centro.

Ing. Samuele Bavuso
13 Marzo 2016